Fioramonti dimissioni: negati in manovra 3 miliardi alle scuole

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Fioramonti dimissioni: negati in manovra 3 miliardi alle scuole

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Fioramonti dimissioni: si dimette e comunica la sua decisione in una lettera inviata a Giuseppe Conte. Nella lettera inviata al presidente del Consiglio il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti spiega che secondo lui bisognava rivedere l’IVA e incassare 3 miliardi da destinare alle scuole italiane.

Lettera a Conte da Fioramonti: dimissioni

Giuseppe Conte nelle scorse ore ha ricevuto da Lorenzo Fioramonti, ministro dell’Istruzione, la lettera delle sue dimissioni. Il ministro ha spiegato al premier che secondo lui l’aumento dell’IVA non sarebbe stato poi tanto grave, per un semplice motivo; quei soldi avrebbero permesso al suo ministero (Ministero dell’Istruzione) di rimettere in sesto le scuole italiane, almeno per tamponare le gravi mancanze.

Fioramonti chiedeva 3 miliardi per il suo ministero, non gliel’hanno concessi e lui si è dimesso.

Il motivo delle dimissioni di Fioramonti

Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha dato le dimissioni, ha scritto la letterina a Conte dove gli spiega il suo malcontento. Chiedeva 3 miliardi per tenere a galla le scuole italiane che cadono a pezzi, sugli studenti.

Secondo alcune indiscrezioni Fioramonti chiedeva di rivedere l’IVA: era favorevole all’aumento dell’IVA pur di usare quei 3 miliardi per dare sostegno alle scuole. Il suo ministero voleva davvero incassarli quei 3 miliardi, al punto che di fronte al blocco dell’aumento dell’imposta valore aggiunto ha mollato il governo.

Fioramonti è convinto che così non si può andare avanti e da le sue dimissioni appena due giorni dopo l’approvazione della legge di bilancio 2020, a Natale. In effetti, ce lo aspettavamo, come vi spieghiamo di seguito.

Scuole italiane penalizzate dalla legge di bilancio 2020

Le scuole italiane sono state penalizzate da questa legge di bilancio 2020. Già una settimana fa il ministro Fioramonti, esponente dei Cinque Stelle aveva manifestato apertamente il suo disaccordo per la manovra, perché stavano ignorando le esigenze delle scuole italiane. Effettivamente è arrivato un po’ tardi con le sue richieste non trovate?

“La scuola in questo Paese avrebbe bisogno di 24 miliardi. I 3 miliardi che io ho individuato, non sono la sufficienza” rappresentano soltanto “la linea di galleggiamento”, ovvero una soluzione temporanea, aveva affermato.

Sembra il racconto di quello che ha dormito per tutto il pomeriggio di Natale e poi alle 7 di sera chiede se è avanzato un po’ di panettone. La verità è sempre la stessa; chi dorme non piglia pesci, panettoni né tanto meno 3 miliardi di euro per le scuole.

A tredici giorni da quella affermazione, e solo 48 ore dopo la definitiva approvazione della legge di Bilancio con voto di fiducia, Fioramonti prende posizione e si dimette.

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