ONG Alan Kurdi attaccata da milizie libiche, 90 migranti in pericolo nel Mediterraneo
ONG Alan Kurdi attaccata in Libia: Le milizie libiche hanno messo a repentaglio la vita di 90 migranti e di tutto l’equipaggio dell’ONG perché non volevano far migrare quelle persone. I migranti si sono salvati grazie ai giubotti di salvataggio distribuiti dalla Alan Kurdi. Gli spari minacciosi hanno reso il soccorso dei migranti complicato. Un’altra imbarcazione è stata rapita e attualmente non sappiamo che fine abbia fatto.
ONG Alan Kurdi sotto attacco in Libia
L’ONG Alan Kurdi ha raccontato anche in diretta su Twitter quello che stava accadendo in modo dettagliato. Da quanto si apprende la nave tentava il soccorso di migranti nel Mediterraneo ma i libici sono intervenuti cercando di fermare il salvataggio. Non è specificata la motivazione per cui le milizie libiche abbiano addirittura aperto il fuoco per tentare di non far salire a bordo i migranti, ultime notizie;
Nelle scorse ore la nave Alan Kurdi ha iniziato il soccorso di un gommone bianco con a bordo circa 90 persone a Nord-Ovest di Zuara. Subito dopo che due scialuppe “Rhib” della Ong hanno finito di distribuire i giubbotti di salvataggio alle persone sul gommone, sono giunte sul luogo del soccorso due piccole imbarcazioni. Una di queste presentava a prua una mitraglietta.
Le persone a bordo di queste imbarcazioni hanno ostacolato il soccorso minacciando l’ equipaggio e sparando alcuni colpi di arma da fuoco in aria e in acqua. Alcune delle persone presenti sul gommone si sono buttate in acqua in preda al panico. Tutte avevano indosso il giubbotto di salvataggio e sono state successivamente soccorse da Sea-Eye. Dopo diversi momenti di tensione, le piccole imbarcazioni hanno lasciato la zona.
L’equipaggio della Alan Kurdi ha quindi completato il soccorso delle persone a bordo del gommone portandole a bordo della nave.
ONG Alan Kurdi in Libia confessa
Il racconto drammatico continua perché un portavoce dell’equipaggio, Gordon Isler ha poi specificato sul proprio profilo Twitter che; “Fortunatamente tutte le 90 persone sono state soccorse a bordo di Alan Kurdi. La milizia aveva sparato in aria e in acqua verso le barche mettendo in serio pericolo la vita delle persone. I libici hanno poi lasciato l’area, ma una seconda imbarcazione è stata rapita da loro.” Dunque la Alan Kurdi era quasi stata rapita dai libici. Dell’altra imbarcazione non sappiamo altro.
Alan Kurdi: Emma Bonino su Facebook
Emma Bonino su Facebook: La Senatrice di +Europa Emma Bonino sulla sua pagina Facebook ha voluto parlare in merito a questa situazione.
“I libici minacciano oltre 100 persone sulla Alan Kurdi della Sea Watch, compreso l’equipaggio, che viene ostacolato nel salvataggio di 92 persone. Tutti sono in pericolo di vita. Evidentemente non sono bastati, in questi due anni, i ripetuti rapporti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, le denunce di organizzazioni internazionali e di Ong impegnate sul campo e le testimonianze drammatiche dei migranti riusciti a sopravvivere a torture violenze di ogni genere, a fermare la collaborazione tra governo italiano e forze libiche.” Emma Bonino è convinta che si sarebbe potuto fare di più.
“La sciagurata decisione di fermare gli arrivi a tutti i costi ha portato l’Italia, e subito dopo l’UE, a mettere da parte principi e norme di diritto internazionale, affidando a milizie spietate il controllo di una parte del Mediterraneo e procedendo, per loro tramite, a respingere migliaia di persone e chiudere gli occhi davanti all’orrore dei campi di detenzione.”
Emma Bonino critica il governo sull’immigrazione
Continua la Bonino; “Le recenti inchieste giornalistiche e la recente intervista di Francesca Mannocchi hanno inoltre confermato l’ambiguità pericolosa dei rapporti del governo italiano di allora con alcuni capi delle milizie libiche; tra cui il famigerato trafficante di esseri umani “Bija”, su cui pendono sanzioni dell’ONU, addirittura portato in missione in Italia nel 2017 a visitare centri di accoglienza e istituzioni, tra cui il Viminale. Fatti molto gravi su cui è doveroso da parte di chi quella missione ha voluto, fare chiarezza.”
“Alla luce di quanto accaduto dalla firma del Memorandum con la Libia, è impensabile che quegli accordi vengano oggi rinnovati; a cos’altro dobbiamo assistere per fermare questa scellerata collaborazione che ha reso l’Italia colpevole di violazioni gravissime e complice delle più efferate violenze nei confronti di decine di migliaia di persone nelle mani di uomini spietati?” Emma Bonino conclude così la sua riflessione in merito all’ONG Alan Kurdi.
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