Referendum cambiare Legge elettorale, ora sovranità ai cittadini

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Referendum cambiare Legge elettorale, ora bisogna garantire maggiore sovranità ai cittadini, più democraticità nelle elezioni a partire dal basso. Il referendum sul Taglio dei parlamentari ha trovato di buon grado gli elettori italiani che non hanno avuto dubbi nell’esprimere un netto consenso. Ha vinto il Sì, meno senatori e deputati italiani a rappresentare i cittadini, ma anche meno spiccioli da tirar fuori dalle casse dello Stato italiano, e adesso? Il presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, ora spera in una maggiore sovranità dei cittadini per una reale selezione della classe parlamentare. L’unico modo di ottenere questo risultato è quello di fare una legge elettorale ad hoc che sia strutturata per dare reale valore al voto di ogni singolo elettore.

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Cambiare la Legge Elettorale ora è prioritario visto il risultato del Referendum 20 settembre

Secondo il presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli è prioritario focalizzarsi sul da farsi per il miglioramento delle istituzioni. “Il nodo centrale non è il risparmio, ma il miglior funzionamento delle istituzioni, in permanenza di un bicameralismo perfetto, o paritario” spiega Mirabelli in un’intervista per Avvenire. Cesare Mirabelli definisce la vittoria del Sì al Referendum 20 settembre 2020 “una manifestazione di sovranità popolare, una prova di democrazia sicuramente positiva” e da rafforzare.

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Cambiare la Legge Elettorale adesso è prioritario proprio per questo motivo: le elezioni politiche del 2018 già ci hanno dimostrato quanto poco vale il voto degli italiani. “Meno parlamentari, ma almeno selezionati dal corpo elettorale, e non dai partiti” scrive a ragione Avvenire. D’ora in poi avremo meno rappresentanti in Parlamento, ecco perché poterli selezionare con attenzione è essenziale per il bene del Paese. I cittadini hanno dimostrato di interessarsi al Referendum il 20 e 21 settembre, l’affluenza presso i seggi elettorali ha superato il 53% (nonostante in molte regioni non si votasse per le elezioni regionali).

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Il presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli poi gira anche il dito nella piaga rimarcando un evento passato: “Non c’è dubbio che, sulla legge elettorale, si debba incidere per garantire vera rappresentatività degli eletti. Già una legge elettorale è stata censurata dalla Corte Costituzionale, per la presenza di liste bloccate troppo lunghe che non consentiva la selezione, di fatto nemmeno la conoscenza, dei singoli candidati. Praticamente l’elezione dipendeva dalla designazione dei partiti, spesso dai soli leader degli stessi.” Evviva la democrazia, verrebbe da esclamare con ironia a queste parole.

Legge elettorale? Bisognerebbe Cambiare anche i Regolamenti Parlamentari

Legge elettorale? Bisognerebbe cambiare anche i regolamenti parlamentari allora, perché se vogliamo mandare ai vertici solo i migliori l’elezione deve essere democratica dal basso.

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Il presidente della Corte Costituzionale ne spiega le ragioni “I partiti ‘per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale‘ hanno bisogno di una democraticità interna; per questo è importante la legge elettorale, se vogliamo che che il Parlamento sia davvero l’espressione migliore dell’intera società. Su questo, e sui regolamenti parlamentari sarebbe auspicabile il concorso di tutti: non sono temi che riguardano solo una parte o la maggioranza. È auspicabile quindi un sincero dialogo e un’intesa fra maggioranza e opposizione.”

Ha vinto il Sì al Referendum 20 settembre, il Parlamento è delegittimato?

C’è chi ritiene all’opposizione che il Parlamento è ora delegittimato dal voto Sì al Referendum 20 settembre 2020, ma vediamo bene in che termini. Cesare Mirabelli, che – lo ricordiamo – è presidente della Corte Costituzionale, ci spiega che “sul piano giuridico questo Parlamento non è affatto delegittimato. Semmai ha un compito stringente da portare a compimento, prima del voto. Una nuova legge elettorale, come dicevo, e dei regolamenti parlamentari nuovi da consegnare alla futura legislatura.”

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Dunque, per la nuova legge elettorale e i nuovi regolamenti parlamentari dobbiamo sperare nella bravura del governo Conte bis o giallo rosso o M5S-PD. Nell’attesa di nuove elezioni politiche questo parlamento resta così com’è attualmente.

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